Insomma st’ingegnere mi vendette il “lineare”, il modulatore e l’antenna. Bella! Stavolta ci aveva i dipoli aperti, ovvero ciascuno dei suoi quattro elementi erano fatti a T, una T deforme, bassobbasso il verticale e lunghi gli orizzontali.
Noi eravamo abituati a Vieri Romagnoli, che li faceva chiusi i dipoli, strozzando tubi d’alluminio sul fornello del gas di cucina, ma mica per scherzo… Poi questo di nome faceva Vieri sul serio, ma abitava a via Romagnoli e quindi ce lo chiamavamo noi così. Ma Vieri faceva parte della prima radio, quella del 1976, mentre noi eravamo a Natale 1977 e quella era la seconda.L’ing mi mostra la robba, fa una specie di prova funzionale e mi dice: “Dove avete il traliccio per l’antenna?”
Traliccio, penso io, traliccio… “L’altra volta abbiamo usato un palo”.
“Un palo? E dove lo montate?”
“Sul terrazzo condominiale di casa mia”, risposi io.
“Gesummarìa”, fece l’ing, “e che palo è?”.
“I tubi dell’acqua con i giunti interni, presi da Pischiutta”, un grossista di forniture idrauliche… perché, tu come fai di solito?
A 17 anni non era normale dare del tu agli ing cinquantenni, ma d’altronde neanche dargli seicientomila lire per un po’ di ferramenta, quindi così mi veniva. Non fu per il tu, ma piuttosto per il tubo, che l’ing (che ci aveva un nome strano, assì, Zumbo si chiamava!) cominciò a guardarci con altri occhi.
Ma noi neanche ce ne accorgemmo. A casa, la bassa frequenza era pronta: mixer 8 canali con equalizzatore autocostruito, pizza Revox A77 residuato, piastra a cassette Teac con automodifica per nastri al cromo, due giradischi microqualcosa con testine Shure ed Empire, microfoni RCF da canto con supercuffietta per attuare tutto, cuffia anche quella vattalapesca (ma erano ancora quelle con il sarcofago intorno alla recchia) e saldatore semprecaldo per i cavi che andavano, ronzavano e venivano via come le albicocche mature.
… sì, c’era tutto! O no: mancava il palo. Quello pesava ed ingombrava, e per andare a prenderlo ci voleva un’automobile. E la patente: solo due o tre di noi avevano già diciott’anni, e solo uno una Fiesta sua, quella che usavamo tutte le sere per andare a rimorchiare, vabbe’ a far finta di rimorchiare. La scelta sarebbe stata obbligata.